Mercoledì 6 luglio in Alta Lessinia si è tenuto un corso sulla gestione dei pascoli per i funzionari di Avepa delle province di Verona, Vicenza e Padova, tenuto dal profossor Michele Scotton dell’Università degli Studi di Padova e coordinato dal dottor Umberto Grigolo di Avepa, in collaborazione con l’Ente Parco
I pascoli dell’Alta Lessinia sono stati scelti come sede di un corso organizzato da Avepa (Agenzia Veneta per i Pagamenti), che ha avuto come obiettivo quello di formare i funzionari della stessa Agenzia che gestiscono le domande di accesso ai fondi dell’Unione Europea per l’agricoltura montana. Il corso, realizzato con il supporto del Dipartimento di Agronomia dell’Università degli Studi di Padova nella persona del professor Michele Scotton, docente di alpicoltura e botanica, e con la collaborazione dell’Ente Parco Naturale Regionale della Lessinia, ha visto la partecipazione di 25 funzionari di Avepa.
“È stato un’importante momento di collaborazione tra Avepa, Università degli Studi di Padova ed Ente Parco che ha in gestione l’area protetta in cui ricadono anche gli alti pascoli della Lessinia”, ha dichiarato il presidente Giuliano Menegazzi, “si è potuta approfondire la conoscenza dei pascoli delle malghe o “montagne”, come vengono chiamate in Lessinia, oltre che le difficoltà che stanno incontrando questi territori. Si è creata un’importante occasione per fare rete con lo scopo di salvaguardare queste aree, con lo studio di buone pratiche e con la pianificazione di azioni future in sinergia con gli enti preposti. Ci auspichiamo”, conclude Menegazzi, “che sia l’inizio di una collaborazione che ha l’obiettivo di preservare e migliorare i nostri preziosi pascoli”. Oltre al presidente dell’Ente Parco, erano presenti anche il vicepresidente Massimo Sauro, il consigliere Silvia Marcazzan, delegata all’agricoltura, e il guardiaparco Paolo Parricelli.
“L’iniziativa è stata molto apprezzata dai partecipanti”, afferma il coordinatore del corso dottor Umberto Grigolo di Avepa, “la collaborazione con l’Ente Parco è stata proficua e il professor Scotton ha fornito preziose informazioni di carattere tecnico-scientifico ed importanti strumenti per leggere gli effetti della modalità di gestione dei pascoli, sia dal punto di vista agricolo che ambientale”.
“Il percorso tra le varie malghe ci ha aiutato ad analizzare in loco le modalità di gestione dei pascoli e ad evidenziare alcune criticità”, spiega il professor Scotton, “tra le quali la principale è la diffusione di una specie infestante, la Deschampsia cespitosa (migliarino), conseguente alla modalità di pascolamento libero”. “Sono auspicabili interventi per il contenimento delle infestanti (sfalci, ecc.), magari incentivati con aiuti pubblici, e il passaggio al pascolamento turnato con un numero di animali adeguato”, conclude il professore, “per mantenere in modo corretto i pascoli, cosa che porterà benefici dal punto di vista agricolo, ambientale, paesaggistico e, quindi, anche turistico”.